Atto di fede o ragionata possibilità? La rincorsa-salvezza del Verona oscilla tra chi crede alle chance dell’Hellas per scelta di spirito e chi, invece, la supporta per un calcolo effettivo. Il primo partito, numeri alla mano, è quello che ha più gettoni a disposizione. Nessuno è riuscito a restare in A trovandosi a questo punto del campionato a quota 8 e senza aver mai vinto una gara. Dall’altro lato, tuttavia, i motivi per una fiducia pragmatica risiedono in una serie di constatazioni oggettive.
Intanto, gli scontri diretti. Il Verona li giocherà pressoché tutti al Bentegodi. Si comincerà il 10 gennaio con il Palermo, e poi, da Piazzale Olimpia, passeranno il Genoa, il Carpi, il Frosinone. Ossia le squadre che sono più vicine all’Hellas in questo momento. Anche Atalanta e Sampdoria saranno di scena a Verona, mentre i gialloblù giocheranno fuori con Bologna e Udinese (oltre che all’ultima giornata a Palermo). Aggiungendo il derby con il Chievo, se l’Hellas saprà trasformare il proprio campo in un solido alleato, come spesso è stato in questi anni, quei 30 punti che, secondo la valutazione effettuata da Gigi Delneri, sono necessari per vedere il sogno della salvezza, potrebbero diventare più vicini. Il margine di errore è ovviamente ridotto e il Verona non può sbagliare, dato il deficit accumulato.
Per recuperare, l’Hellas conta anche sul rientro degli infortunati e sul miglioramento della condizione di quei giocatori che, finora, hanno avuto a che fare con delle difficoltà fisiche. Luca Toni, già in rete con Milan e Sassuolo, inizia a ritrovare la forma più adatta. Giampaolo Pazzini si è messo alle spalle i guai che l’hanno tormentato. C’è sempre l’incognita rappresentata da Federico Viviani, che deve convivere con la pubalgia. Mentre si attende di rivedere Romulo, grande interrogativo che accompagna il Verona da molti mesi. E poi, prima di ogni altra cosa, è il fattore atletico la chiave per rilanciare l’Hellas. Per questo Delneri ha ordinato un lavoro extra per la rosa, da seguire durante le vacanze natalizie, e per questo quando, domani, il gruppo del Verona si radunerà al centro Paradiso di Peschiera del Garda, ci sarà il via ad allenamenti intensi e a un programma basato su quotidiane doppie sedute. L’Hellas ha mostrato – e sono stati rilevati dagli appositi strumenti – di avere dei valori fisici precari. La squadra ha concluso in debito d’ossigeno le ultime partite. Una volta riempito il serbatoio, potrà, o almeno questo è quanto lo staff tecnico del Verona considera di ottenere, correre più forte e farlo pure meglio.
E poi ci sono gli innesti che servono per adeguare un organico che ha pagato sì gli infortuni ma che è parso anche avere dei palesi limiti. Il ds dell’Hellas, Riccardo Bigon, è all’opera per aggiungere tasselli adatti al gioco di Delneri. Un difensore centrale è una delle priorità, e non solo per la cessione all’Atlas Guadalajara di Rafa Marquez. Serve anche un terzino sinistro, con il nome dell’interista Dodò che è tra i più quotati. Proprio l’Inter, peraltro, non molla l’idea di ingaggiare subito Jacopo Sala, visto che Roberto Mancini cerca un laterale destro e Matteo Darmian e Branislav Ivanovic sono, per adesso, lontani. Sala ha manifestato la volontà di restare a Verona e la sua conferma è un fattore rilevante per l’Hellas. Che mira anche a registrare il centrocampo e ha contattato lo Skënderbeu, club albanese che detiene il cartellino di Bernard Berisha, mentre un’ipotesi più difficile è quella che porta a Josè Mauri del Milan. Ma la rimonta “impossibile” del Verona non prescinde dagli esiti della sessione di mercato invernale. A Bigon il compito di ridisegnare l’Hellas.